, Revishvili presenta Kvernadze: dribbling e talento per l’attacco
Il bambino dal viso sorridente ha lo sguardo rivolto sulla sfera che rotola, gli occhi sicuri e concentrati. Sa di essere forte. Le gambe sono veloci, i movimenti fluidi, i gesti naturali. Tant’è vero che quei coni da allenamento posti sul rettangolo verde li attraversa con estrema facilità. Giorgi Kvernadze, nuovo volto del Frosinone targato Serie A, le idee chiare ce le ha sempre avute. Sin da quando ha mosso i primi passi da calciatore a Samtredia, sua città natale. Nell’accademia del Saburtalo ha provveduto a fare il resto. Pura brillantezza sprigionata da piedi carichi di fantasia che, nel giro di poco tempo, gli hanno consentito di attirare le attenzioni di svariati club europei. Alla fine l’hanno spuntata i giallazzurri, grazie ad una corte serrata alimentata da dettagliati scouting report: «Tutto è partito verso la Primavera, da lì si è avuta la percezione immediata che le intenzioni del Frosinone fossero davvero serie». Parole che evidenziano il lavoro sottotraccia portato avanti dal sodalizio presieduto da Maurizio Stirpe. A pronunciarle, in un racconto esclusivo fatto a “TuttoFrosinone”, è Nukri Revishvili, ex affermato portiere georgiano e attuale collaboratore dell’agente Mamuka Jugeli. Uno degli attori principali dell’operazione che ha portato all’ombra del Campanile l’ala classe 2003 dal K'olkheti-1913 Poti in prestito con diritto di riscatto.
IL RACCONTO - L’affare, fortemente voluto dai ciociari, si è sviluppato su binari ben precisi: «Il ruolo rivestito dall’intermediario Dario Paolillo - la ricostruzione di Revishvili - è stato fondamentale. Quando ci ha contattato, abbiamo subito colto la forza dell’interesse nutrito verso Giorgi. Con lui è stato un piacere lavorare, poi Mamuka ha portato a compimento il lavoro più grande: far approdare il ragazzo in Serie A». Missione centrata, viene facile affermare. Soprattutto grazie alla ferrea volontà dimostrata dal direttore dell’area tecnica del Leone, Guido Angelozzi: «Averlo conosciuto mi ha reso estremamente felice. Ha dimostrato di essere una persona fantastica, prima che di un professionista del campo». E queste sono indubbiamente tutte qualità indispensabili affinché certe operazioni possano andare per il verso giusto.
LA DESCRIZIONE TECNICA - Chiaramente, adesso tutti i tifosi si stanno domandando quali siano le doti tecniche più rilevanti insite nel 20enne da poco approdato in Ciociaria. L’identikit tracciato da Revishvili, in tal senso, può ritagliarsi il suo prezioso ausilio: «Si tratta di un giocatore che fa della velocità palla al piede uno dei principali punti di forza. Crea superiorità numerica sfruttando il dribbling grazie alla rapidità posseduta. Inoltre, è un elemento duttile perché può occupare diverse posizioni sul fronte offensivo in base al modulo impiegato». Nel 4-3-3 di Eusebio Di Francesco, però, diventa inevitabile immaginarlo schierato sull’out di sinistra nel tridente d’attacco. Sulle orme di Kvaratskhelia, altro gioiello della scuderia Jugeli: «In tanti paragonano Giorgi a Khvicha, ma a mio avviso - il pensiero di Nukri Revishvili - sono due giocatori diversi. Kvernadze, del resto, ha ancora tanto da fare e da realizzare». Con Frosinone e l’Italia come punto di partenza per dare slancio ad una carriera di successo.
IL GRANDE SOGNO - Dalle prime foto postate sui social, traspare solarità sul volto del giovane Giorgi. Sorridente e voglioso di intraprendere questa nuova avventura, facendo leva su aspetti interiori di indubbia rilevanza: «È un ragazzo calmo e sempre ottimista in ogni situazione». Cifre caratteriali positive, accompagnate nell’attualità dalla consapevolezza dell’occasione irripetibile che gli si è presentata davanti. Una bella soddisfazione, ripensando al giorno del primo incontro fra Kvernadze e Revishvili: «Ricordo - le parole - che aveva appena 17 anni e rimasi stupito dal modo in cui giocava». Caratteristiche innate e limpide. Le stesse da mettere in mostra anche nel calcio tricolore: «Gli auguro di raggiungere grandi risultati insieme al Frosinone. Da ex portiere non posso dargli consigli su come attaccare la difesa avversaria, l’unica cosa che mi sento di dirgli è quella di lavorare sodo senza mai accontentarsi». Sognando di diventare la stella del firmamento giallazzurro.