Davis Curiale a "Nostalgia 2014": "Ho dei bellissimi ricordi di Frosinone. Lasciai il club perchè in quel periodo non avevo la testa..."
Esattamente dieci anni dopo la trionfale stagione, chiusa con la vittoria del Frosinone allenato da Roberto Stellone contro il Lecce nella finalissima playoff del campionato di Serie C 2013/2014, i protagonisti giallazzurri di quell’impresa si sono raccontati tra aneddoti, segreti, emozioni e curiosità in un film-documentario realizzato dalla redazione di Extra Tv, chiamato "Nostalgia 2014". Qualche giorno fa è andato in onda il terzo episodio, che ha visto come protagonisti Leonardo Blanchard e Davis Curiale.
Così ha parlato Davis Curiale:
Davis, che ricordi hai te della stagione 2013/14 e di quegli anni vissuti a Frosinone?
"Ho ovviamente dei bellissimi ricordi. Quando pois si vince, ti rimangono sempre in mente e nel cuore dei bei ricordi. Disputammo due grandi stagioni che mi porto sempre dentro di me. Tutt'oggi, quando mi capita di tornare a Frosinone, la gente riconosce quello che si è stati per loro".
Davis, tu sei arrivato nel gennaio della stagione 2012/13: hai trovato subito un gruppo già bello formato. Quanfo hai capito che quella poteva essere la squadra della tua svolta ed il gruppo della svolta?
"Quando sono arrivato, ricordo che il Frosinone fu secondo in classifica, la squadra era forte, ma in quell'anno non riuscimmo a fare i playoff. Però poi, con la conferma del mister Stellone, l'arrivo di Giannitti a giugno che aggiunse alla squadra ulteriori tre o quattro pezzi importanti, mi fece capire che l'anno dopo avremmo fatto un gran campionato".
La tua intesa con Daniel Ciofani come nasce? E' stata quella un'intesa che ha dato tanto al Frosinone, non solo in termini di gol...
"Si. Con Daniel tutt'oggi abbiamo un bellissimo rapporto e stiamo anche frequentando insieme il corso da Direttore Sportivo. Stellone ci mise subito in camera insieme durante il ritiro, per farci consocere. Le prime partite giocammo con una punta sola, nel 4-3-3 e, inizialmente, giocava più Daniel che io. Poi, dopo un pò, il mister ha cambiato tornando al 4-4-2. E da lì in poi abbiamo giocato tutte le partite insieme, facendo bene. E, soprattutto, ci siamo voluti bene dentro e fuori dal campo".
Davis, con la maglia del Frosinone ne hai segnati tanti, ma a quale gol sei più affezionato, soprattutto di quelli segnati nella stagione 2013/14?
"Di quelli segnati in C, sono affezionato a quello messo a segno contro il Pontedera, dove feci uno scambio con Daniel e poi segnai con lo scavetto di sinistro. Poi di altri, mi viene in mente anche quello segnato la stagione successiva nel derby contro il Latina".
Davis, poi tu decidi di lasciare Frosinone nel gennaio del 2015, quindi pochi mesi prima della promozione in Serie A e dopo una prima parte di stagione strepitosa (già doppia cifra e tripletta siglata in una partita contro il Trapani). Perchè facesti quella scelta Davis?
"La feci perchè non avevo la testa, meglio che non mi descrivo come ero. A quel tempo avevo ricevuto un'offerta importante dall'Inghilterra, precisamente dal Leeds in Serie B. Io volevo giocare titolare in B col Frosinone, prò ero la terza scelta dietro a Dionisi e Ciofani, nonostante stessi facendo comunque bene, Quell'offerta che ricevetti però, mi diede un pò alla testa. Volevo provare quell'esperienza, quindi mi misi di traverso. Commisi qualche errore, litigando col mister e con la società. Poi alla fine mi saltò quella trattativa, perchè il cartellino mio aveva un valore ed il Leeds non poteva comprarmi perchè l'allora presidente Cellino era squalificato i primi mesi, e poteva prendere soltanto giocatori che erano svincolati o prestiti gratuti. Non si trovò quindi l'intesa, mi saltò il trasferimento a Leeds. Nel frattempo litigai con tutti a Frosinone e giustamente mi misero sul mercato. Andai quindi a Trapani, commettendo il mio errore più grosso della carriera".
Perchè tu poi, così facendo, hai mancato la Serie A con il Frosinone, Davis....
"Il rammarico fu proprio quello infatti: che poi in quell'anno il Frosinone vinse il campionato di Serie B. Confermarono quel blocco squadra come un premio perchè quei ragazzi che partirono dalla C, arrivando in Serie A, vennero giustamente premiati. Penso che poi nell'anno In A esordirono un pò tutti i giocatori. Per me fu molto duro da affrontare questo aspetto a livello mentale. Però purtroppo gli errori si fanno e si pagano. Io l'ho pagato e va bene così..."
Davis, dieci anni dopo hai appena iniziato una nuova avventura con un club importante come la Reggina in Serie D. Prima però sei stato protagonista dalle nostre parti con la maglia del Terracina. Hai vinto una Coppa Italia, un campionato di Eccellenza. Come mai questa scelta di lasciare il professionismo per una piazza importante comunque, come lo è quella di Terracina?
"Avevo delle offerte anche in Serie C. Però le proposte che mi erano giunte erano basse economicamente. Io adesso avendo una famiglia, con due figli, il lato economico per me è importante. Avevo anche delle richieste in D, ma anche lì non mi piacevano i progetti tecnici: erano squadre di metà classifica o bassa graduatoria. Allora ho pensato che se fossi dovuto scendere nei Dilettanti, l'avrei dovuto fare ancora divertendomi e vincendo. Anche perchè poi le cose belle del calcio sono le vittorie".
Davis, hai già anticipato il fatto che stai svolgendo il corso da Direttore Sportivo per il dopo calcio giocato. Qualche altro anno sui campi però lo farai?
"Io presi anche il patentino da allenatore qualche anno fa, quando giocavo nel Trapani. Ora ho avuto la possibilità di fare anche il corso da Direttore Sportivo, quindi intanto metto tutto nel cassetto. Poi vedremo le opportunità che mi capiteranno. Nel calcio non si sa mai... Nel frattempo fisicamente mi sento ancora integro, grazie a Dio nella mia carriera non ho mai avuto infortuni gravi. Quindi fin quando il fisico me lo permetterà, ed anche lo stipendio sarà adeguato, continuerò a giocare. Poi, dal momento che non ce la farò più, spero di ricoprire altri ruoli sempre all'interno del mondo del calcio".
Quante botte hai ricevuto durante gli allenamenti da Blanchard?
"Ce ne siamo date, (ride, n.d.r.). Anche Leonardo, come me, era una bella testa calda. Peccato, perchè avrebbe potuto fare tanti anni in Serie A. Ha avuto dei margini di miglioramento pazzeschi, specialmente quando è diventato diffensore centrale fu uno dei mancini più forti, tra Serie C, B ed A. Mi è dispiaciuto che alla fine Blanchard ha lasciato il calcio ma lo capisco, perchè anche io ho subito diverse volte dei torti che a volte mi facevano passare la voglia di giocare. Quindi capisco Leo e mi dispiace".