Il Frosinone a Colazione - Vellucci: "Tre punti fondamentali per il Frosinone"
Servono tre gol al Frosinone di mister Leandro Greco per superare il Cesena allo Stirpe e mettere in cascina i primi tre punti casalinghi del campionato. Tre a due il risultato finale a favore della squadra ciociara che aggancia Sudtirol e Cittadella a quota 13 punti, ma ancora all’ultimo posto della classifica. Una vittoria che però da morale in vista della difficile trasferta di sabato, ore 17.15, presso lo stadio Marulla, contro i padroni di casa del Cosenza che puntano a tornare nella lotta play-off. Della situazione attuale in casa Frosinone, e della prossima trasferta a Cosenza si è parlato questa mattina nel corso della trasmissione radiofonica “Il Frosinone a Colazione” condotta da Nicola Compagnone, in onda su Radio Day. Ospite della puntata l’avvocato Giampiero Vellucci.
Avvocato, quanto sono importanti i tre punti dell’ultimo match per il morale della squadra?
Nono sono importanti, sono fondamentali! Nel calcio quando si iniziano a fare risultati negativi, la spirale negativa continua. Così come quando si fanno risultati positivi, con l’entusiasmo che sale alle stelle. Un risultato straordinario! Per altro vi rivelo un piccolo aneddoto: io ho vissuto a Cesena fino ai miei 6 anni di età, perché mia madre è di Cesena, e ho visitato la squadra del Cesena nel loro hotel qui a Frosinone. Ma vivo a Frosinone, il mio cuore è tutto per il Frosinone. Mi ha fatto molto piacere che sia stato il Cesena, la squadra della città di mia madre, a farci questo “regalo”.
Avvocato, ora serve dare continuità al risultato già a partire dalla prossima trasferta contro il Cosenza.
Assolutamente si. Ne approfitto anche per lanciare un messaggio ai tifosi. Seguiamo la squadra in massa, perché adesso è il momento topico del campionato. Anche un pareggio farebbe muovere la classifica. Sarà poi importante vincere il match in casa, sarebbero 7 punti vitali. (sommando anche i 3 ottenuti contro il Cesena ndr). Occorre continuità. Però mi spaventa l’eta dei nostri giocatori, in trasferta serve grande esperienza. A maggior ragione, tutti a Cosenza sabato!
Nella vita, così come nel calcio, non si deve mai guardare indietro. Ma secondo te cosa è mancato al Frosinone fin qui?
Vivarini ha giocato a Ferentino, prima che io rilevassi la società, e lì ha molti amici. Ma nonostante ciò non si era creata la sintonia nello spogliatoio. Hanno influito anche gli infortuni, sono mancati i giocatori importanti. Io credo che l’arrivo del nuovo allenatore molto giovane abbia responsabilizzato i giocatori. Con un tecnico giovane non si può bluffare, non c’è lo scherno di un allenatore di esperienza che può fare da parafulmine.
Avvocato, la scorsa settimana qui con il Frosinone a colazione abbiamo intervistato mister Ivo Iaconi. Lui stesso ha detto che a Frosinone siamo ormai abituati molto bene, forse c’è stata anche una mancanza di umiltà nella rosa?
Esattamente quello che dicevo prima. Esattamente. Stare a Frosinone ormai è un lusso per molti giocatori, vista la società, lo stadio. Forse qualcuno doveva farsi un bagno di umiltà così come ha fatto notare mister Iaconi che è uomo di calcio. I giocatori con il nuovo corso di mister Greco hanno capito che era giunto il momento di farsi un bagno di umiltà. Con i risultati negativi bisogna scendere dal piedistallo. Quello che fanno i giocatori in campo è molto importante, è un riscatto per un intero territorio. Prima che il Frosinone salisse in B e poi in A, la nostra città veniva spesso scambiata con Frosolone, che si trova in Molise. Dobbiamo stare attaccati a questa squadra e andare allo stadio.
Quanto è importante la vicinanza della società alla squadra?
Io penso che il Frosinone debba tutto a Maurizio Stirpe. Per lui parlano i fatti. Così come per Angelozzi. Però penso che, non me ne voglia il presidente Stirpe, forse c’è stata una delega eccessiva ad una persona bravissima come Angelozzi, che oggi rappresenta il Frosinone. Però adesso Maurizio (Stirpe ndr) deve stare ancora più vicino a questa squadra. Bisogna però essere chiari: non possiamo ambire a qualcosa di più che non sia la salvezza.