Massimiliano Carlini a "Nostalgia 2014" : "In quegli anni al Frosinone ho vissuto veramente qualcosa di bello e di magico"
Esattamente dieci anni dopo la trionfale stagione, chiusa con la vittoria del Frosinone allenato da Roberto Stellone contro il Lecce nella finalissima playoff del campionato di Serie C 2013/2014, i protagonisti giallazzurri di quell’impresa si sono raccontati tra aneddoti, segreti, emozioni e curiosità in un film-documentario realizzato dalla redazione di Extra Tv, chiamato "Nostalgia 2014". Ieri sera è andato in onda il terzo episodio, che ha visto come protagonisti Luca Paganini e Massimiliano Carlini.
Così ha parlato Massimiliano Carlini:
Max, sono passati dieci anni : che ricordi hai di quella stagione 2013/14, chiusa con la finale playoff contro il Lecce...
"Beh, i ricordi sono bellissimi. Era talmente una situazione bella e spensierata, che ricordo quando il mister mi passava a prendere al mio stabilimento a Terracina direttamente il giorno delle partite, venivamo allo stadio e si vinceva. C'era veramente qualcosa di bello e di magico. Quello vissuto con il Frosinone è stato l'apice della mia carriera, quindi è stato veramente qualcosa di fantastico".
Max, il gruppo è stato la vera forza di quel campionato vinto e poi, successivamente, di quel ciclo che iniziò da parte del Frosinone?
"Assolutamente sì. Ne è stata la dimostrazione poi anche il fatto che anche nella stagione di Serie A, bene o male giocava sempre quello stesso gruppo che è partito dalla Serie C, anzi, io direi dalla Berretti con mister Stellone che si portò dietro lo zoccolo duro dei ragazzi, che si è plasmato insieme a qualche altro giocatore e poi si è costruita quella squadra che ha fatto le fortune del Frosinone. E' stato veramente tutto così bello perchè fu inaspettato. Nessuno si sarebbe mai aspettato che una squadra dalla C potesse arrivare fino alla serie A".
Tu in quella squadra arrivi a gennaio. Arrivi e sei subito protagonista in quella squadra, perchè entri in pianta stabile, giochi e fai gol. Che impatto è stato con la realtà di Frosinone, nella quale te già eri stato da ragazzino?
"Si, io col Frosinone avevo già vinto la prima volta due campionati di C : quello di C2 e poi successivamente quello di C1 con Iaconi. Poi andai via e tornai in quel Frosinone che a gennaio era secondo o terzo in C. E da lì feci 13-14 partite con un paio di gol realizzati. Segnai anche nel playoff contro la salernitana. L'impatto quindi fu sicuramente ottimo. L'anno della B invece fu una stagione un pò diversa, perchè all'inizio sembrava che dovessi andare via, visto che non rientravo nei piani della squadra. Poi invece la caparbietà e la voglia di dimostrare che quella categoria la potevo fare, unita ad un pò di situazioni che si sono incastrate a gennaio, hanno fatto sì che poi presi il posto da titolare e feci la cavalcata vincente fino alla serie A. Poi mi ritrovai addirittura a giocare anche in Serie A".
La Serie A Max cosa ha rappresentato per te: una sorta di sogno del bambino che si realizza....
"Assolutamente sì. La Serie A è un mondo completamente a parte, quel qualcosa di diverso del calcio. Fino a che si arriva in Serie A dalla quattordicesima alla quindicesima squadra in giù, il livello bene o male è quello. Ma poi c'è proprio quello step in più che, per chi gioca in Serie A è per il motivo che ha qualità fisiche o tecniche superiori alla media".
Sei stato decisivo nei playoff di Serie C, fai gol decisivo al "Matusa" poi contro il Viareggio che è decisivo per la vittoria e segni anche alla Salernitana. In B fai gol al Modena e fai la doppietta al Varese in un momento decisivo della cavalcata del Frosinone. A quale dei gol realizzati sei più affezionato?
"I primi gol, come si suol dire, sono sempre quelli più belli. Però non sono tanto affezionato al gol mio, ma due sono i ricordi più importanti che ho: quello di Frara che mi toccò particolarmente, perchè anche io avevo perso il mio papà. quindi so quanto lui aveva sofferto e l'esplosione di gioia che ci fu in quel momento. Ricordo poi con piacere il gol prima di Daniel e poi quello di Federico, contro il Crotone, che sancirono la vittoria per andare in Serie A. Questi furono i momenti più belli che ricordo con più piacere".
E' impossibile confrontare Frosinone-Lecce e Frosinone-Crotone in B: gara decisiva e che tu giochi da titolare e compari anche nella foto di squadra...
"Assolutamente. Venivo poi, nella settimana che portò alla partita decisiva contro il Crotone in cui ebbi un problema fisico e non sapevo se ce la facevo a giocare. Feci due punture di Muscuril e Voltaren perchè avevo una fortissima contrattura al flessore, ed oltretutto ci feci anche un pò di mesoterapia, per non sentire il dolore. Volevo esserci a tutti i costi perchè quella partita rappresentava per me e per la città di Frosinone qualcosa di storico e di bellissimo. Alla fine arrivò questa vittoria. Io ricordo tutto il "Matusa" strapieno. Addirittura anche la Curva che doveva essere dedicata ai tifosi del Crotone era piena di tifosi del Frosinone. Quindi è stato qualcosa di veramente bello".
In quell'anno ti incroci con Luca Paganini, che era il titolare della fascia destra. Luca poi ha un problema fisico ed entri tu, quindi quasi vi scambiate i ruoli in quella fase...
"Sì. Ma la bellezza di quel Frosinone era proprio dovuta al fatto che anche chi stava fuori, dava non il 100%, ma ancora di più quando veniva chiamato in causa. Io sono stato proprio uno di quelli. Partivo da panchinaro e poi mi ritrovai, magari per un infortunio e per svariate situazioni, a giocare da titolare e ho dato quel qualcosa in più che ha contribuito a portare il Frosinone in Serie A".
Dopo la stagione di Serie A hai dato l'addio al Frosinone: consideravi un pò quel ciclo chiuso, sei voluto andar via anche un pò te?
"Beh, diciamo che lì ci sono state situazioni diverse. Non mi va di dire cose che in questo momento sarebbero inappropiate. Sicuramente ci sono rimasto male per alcune situazioni che si sono create, perchè mi sarebbe piaciuto e questo è forse il mio più grande rammarico, continuare al Frosinone. Però ci furono alcune situazioni che hanno fatto sì che questo potesse accadere. Infatti poi mi sono ritrovato, dopo aver fatto la serie a, con tutto il rispetto per la Casertana, ci mancherebbe, a dover però ripartire un'altra volta dalla Serie C ed in una squadra che in quel momento stava quasi per fallire. Fu dura quindi per me ripartire. Però poi sono riuscito a ritornare a livelli importanti e fare la Serie B ed ad essere protagonista della categoria. Quindi alla fine la mia onesta carriera l'ho fatta".
Adesso, 10 anni dopo, ha iniziato la nuova avventura con il Gaeta in Eccellenza. Prima però, c'è stato il ritorno a casa : sei stato grandissimo protagonista con la maglia del Terracina, la tua città, che ha vinto la Coppa Italia con un tuo gol. Terracina che poi ha vinto il campionato di eccellenza ed ha conquisto la promozione in Serie D. Insomma, sei diventato l'eroe di casa. e' stata un'emozione straordinaria quella per te...
"Assolutamente sì. Anche qui abbiamo scritto la storia, perchè Terracina ha vinto il primo trofeo dopo quasi 100 anni di storia del club. Nel 2025 il Terracina festeggerà il suo anno del centenario. Quella di tornare a Terracina è stata una scelta di cuore. Volevo tornare a casa, perchè so quanto la gente ci tiene a questa maglia e la passione di calcio che c'è. C'è stata questa possibilità e l'ho presa subito in considerazione perchè mi andava di costruire qualcosa di bello nella mia città. Volevo provare a fare a casa mia quello che magari in pochi sono riusciti a fare".
Da grande, dopo il calcio giocato cosa farai?
"Adesso penso che mi farò ancora qualche annetto da giocatore perchè ancora mi sento bene, mi diverto. Quindi finchè il fisico mi darà la possibilità, continuerò a giocare. Nel frattempo a maggio, mi sono iscritto al corso di allenatori. che si terrà a Frosinone. Tra l'altro ho visto che ci sarà anche Gigi Frattali. Inizierò quindi questo percorso, perchè è un ruolo sì complicato ma che mi piace. Sono stato parecchio titubante sull'iniziare o meno questo percorso perchè, se da un lato mi piace trasmettere e riproporre ai giovani quello che ho imparato nella mia carriera, dall'altro so che poi bisogna fare delle scelte. So dunque che è complicato gestire, però la passione è una cosa che mi spinge a farlo. Quindi vedremo se poi in futuro ci sarà la possibilità di diventarlo..."