Emanuele Pecorino a Passione Frosinone: "E' cambiato qualcosa nella nostra testa. Ora siamo consapevoli di essere una squadra forte"

La partita allo "Stirpe" contro il Cosenza si avvicina, e mister Paolo Bianco si prepara ad affrontare, insieme ai suoi ragazzi, la settimana di allenamenti che prede questa delicatissima sfida contro i lupi calabresi. Intanto, ospite della trasmissione "Passione Frosinone", andata in onda ieri sera sulle frequenze radiofoniche di HitFM e Radio Day, l'attaccante del Frosinone Emanuele Pecorino, si è espresso così sul momento dei canarini, vissuto in questo momento, dopo la travolgente vittoria dei giallazzurri per 0-3 a Marassi, contro la Sampdoria.
Nello 0-3 segnato da Ghedjemis contro la Sampdoria, fai un bel movimento che permette di liberare lo spazio per il tiro vincente del francese. Nonostante te fossi solo davanti al portiere e ti sarebbe dunque potuta arrivare la palla per segnate, quando il pallone è entrato in gol, hai esultato più dello stesso Ghedjemis. Questa è stata una scena che evidenzia il fatto di come tu stia vivendo in maniera forte e determinata questo momento e fa capire con la tua esplosione di gioia nell'esultanza che questo gruppo adesso sta facendo un vero miracolo. Sei d'accordo?
"E' tutto giusto quanto detto".
Puoi raccontare te l'azione del terzo gol?
"Per me o faccio gol io, oppure un mio compagno di squadra, vale la stessa cosa. L'importante è che il risultato finale porti al gol, ad esultare e a far gioire i nostri tifosi. Conta prima di tutto portare il risultato a casa. Poi è ovvio, io sono sempre un attaccante, voglio far gol perchè per me segnare è ossigeno. Però l'importante è che la partita sia andata bene, abbiamo vinto e siamo tutti contenti".
Cosa daresti per veder realizzato il sogno di gonfiare la rete della porta avversaria dopo un tuo gol quest'anno?
"Io posso soltanto dire che sono stato male e non ho vissuto molto bene questo periodo. Per un attaccante far gol è una cosa importantissima, quindi non ho vissuto questa situazione in maniera positiva. Ora sto cercando di lavorare nel modo giusto, anche con il mio cervello, mettendo in primo piano sempre la squadra ed i miei compagni. Il resto verrà da solo. Io penso solo ad allenarmi bene e a dare il massimo contributo dentro al campo. Spero che il gol arrivi il prima possibile e di levarmi qualche gioia in queste ultime sette partite, perchè sicuramente sarebbe un aspetto importante per darmi fiducia. Dopo quattro mesi di infortunio è stata dura rientrare e riprendere il ritmo partita. Non è mai facile rientrare da un infortunio così lungo come quello che ho avuto io. Però adesso sono qui e mi giocherò tutte le mie carte fino alla fine".
Fai molto lavoro di sponda, fai salire i tuoi compagni di squadra, per poi attaccare la porta avversaria. lo hai fatto molto bene anche quando sei entrato a Genova, contro la Sampdoria. E' questo il compito che ti chiede di svolgere mister Bianco?
"Si, certo. Il mio obiettivo è quello di proteggere la palla e poi magari attaccare la porta avversaria, sperando che poi arrivi qualche pallone lì. Faccio un lavoro 'sporco' che mi piace e che è dovuto anche al mio fisico possente. Non sono un brevilineo, ma ho le leve lunghe e ho una struttura fisica imponente. Quindi faccio a 'sportellate' con i difensori avversari per aiutare i miei compagni e per la squadra".
Con l'arrivo di mister Palo Bianco sulla panchina del Frosinone, c'è stato secondo te anche un cambiamento nel modo di vedere il gioco e magari renderlo 'più semplificato'? Te che tipo di cambiamento tattico hai visto?
"Io penso che la testa nel calcio faccia tutto. Siamo gli stessi giocatori che hanno iniziato l'anno e del mese di gennaio, ma è sicuramente cambiata in positivo qualcosa nella nostra testa. I nomi dei giocatori sono quelli. Sono arrivati calciatori come Lucioni, Di Chiara, Konè, Bohinen che ci stanno dando una grandissima mano. Ma come loro, lo stanno facendo anche altri calciatori. Siamo gli stessi calciatori che sono scesi in campo a febbraio, ma è cambiato qualcosa nella nostra testa. Adesso abbiamo la consapevolezza di essere una squadra forte, che magari prima non avevamo perchè i risultati non andavano nel nostro favore o magari anche il dettaglio della singola partita non girava nel nostro verso. Ora fortunatamente le cose stanno andando bene e tutti siamo contenti. Finalmente, sabato scorso, dopo la partita contro la Sampdoria ho visto il Direttore Guido Angelozzi ed il Presidente Stirpe ridere. Questa è una bella cosa. Ora quindi dobbiamo cavalcare l'onda e continuare così".
L'affetto che ricevi dalla gente ev dai tifosi del Frosinone te lo aspettavi, ti fa piacere ti responsabilizza e ti carica Emanuele?
"Certo, mi dà tanto. Io volevo ringraziare tutti i tifosi del Frosinone, perchè comunque sono sempre stati dalla mia parte e mi hanno sempre sostenuto. Anche se Eè normale che un attaccante debba far gol, questa è la verità. Però i tifosi capiscono e mi hanno sempre dato una mano. Per questo li voglio ringraziare veramente, perchè non è facile trovare una tifoseria così. Qui a Frosinone mi hanno accolto tutti benissimo: dai tifosi, fino ad arrivare a tutte le persone che si incontrano per strada. Qui si vive di calcio. E questo personalmente mi fa davvero molto piacere".
Sul gol?
“Rimaniamo che faccio una bella prestazione e vinciamo la partita, poi se arriva il gol meglio”.
I tre punti di vantaggio dalla zona playout e sei di distanza da quella playoff, spingono ora la squadra a spingere e a continuare su questo percorso, perchè da qua alla fine può accadere qualsiasi cosa, nel bene e nel male. Giusto?
"Sì, può succedere qualsiasi cosa da qui alla fine del campionato. Questo campionato di Serie B è molto duro e tosto, lo si vede dal fatto che ci sono racchiuse in classifica moltissime squadre in pochissimi punti di distanza l'una dall'altra. Non bisognerà sbagliare il tipo di approccio alle partite, da qui alla fine. Sicuramente quella di sabato contro il Cosenza, sarà una gara importante, perchè sarà un match che potrebbe darci una grande mano anche per, eventualmente, migliori visioni future. In questo momento dovremo soltanto pensare ad affrontare al meglio partita dopo partita e fare arrivare la nave in porto. Poi, tutto quello che verrà in più sarà di guadagnato".
Cosa è scattato nella vostra testa per questo cambiamento?
“Penso che l’impegno c’è sempre stato ma i risultati non sono arrivati, le cose non andavano nel verso giusto. Non c’è una spiegazione secondo me vera e propria. Abbiamo cambiato mister e quando questo accade c’è sempre uno stimolo in più. Con Bianco stiamo lavorando molto di più sulla finalizzazione, prima avevamo occasioni ma non concretizzavamo al meglio. Stiamo lavorando su come impostare la gara nel modo migliore, il mister ci ha dato una grandissima mano”.
Probabilmente è la fiducia che ora pesa…
“Sì è un elemento importantissimo. Ora sicuramente non ci manca, è l’unica arma sicura che abbiamo e bisogna continuare su quest’onda e incrementarla ancora di più”.
Ti era mai capitato di vivere una stagione come questa, 'sfortunata', nella quale è accaduto qualsiasi cosa?
"No, sinceramente non avevo avuto fin qui una stagione così travagliata nella mia carriera, fatta di tre cambi di allenatore, un infortunio lungo e soprattutto zero gol all'attivo a marzo. Però questa è la vita e sono gli ostacoli da superare che ti rendono più forte all'indomani. C'è solo da rimboccarsi le maniche e lavorare".
Sei d’accordo nel dire che in questo momento l’avversario che vai ad affrontare poco conta? Conta come il Frosinone si vuole porre da qui alla fine…
“Penso che non dobbiamo pensare al nome della squadra che affrontiamo ma a noi stessi e non sbagliare partita. L’atteggiamento deve essere sempre lo stesso, come abbiamo fatto con la Sampdoria. Con la consapevolezza di essere una squadra forte”.
Te sei arrivato ad agosto dalla Juventus al Frosinone, con un diritto di riscatto al verificarsi di determinate condizioni: qualora queste condizioni si verificassero, ti piacerebbe restare qui? Come ti stai trovando con la città e con la gente?
"Questa piazza a me sta dando tanto, sia da un lato umano e anche calcisticamente perchè comunque mi sta facendo crescere. Io qui mi sento a casa, come se stessi nella mia Catania. Sento molto vicino a me le persone di Frosinone. Ho stretto moltissime amicizie che mi porterò dietro nel corso della mia vita".
Ti aspettavi di giocare un po’ di più?
“Sì. Diciamo che l’infortunio non mi ha aiutato. Quando rientri da uno stop così lungo non è facile riprendere tutto quello di prima, ricordarti magari come andare a saltare per prendere la palla. Io non ho mai detto una parola riguardo le scelte degli allenatori e ho sempre cercato di smentirli sul campo”.
Quando avevi 8, 9 o 10 anni quali erano i tuoi sogni?
“Tra giocare nella squadra della mia città, fare gol nel derby, andare al Milan e alla Juventus, ho tolto qualche sassolino dalla scarpa. Le emozioni vissute sono tantissime, giocare per il Catania per me era bellissimo”.