"Il Frosinone a Colazione", Bellinazzo: "Una doppia retrocessione sarebbe molto grave sul piano sportivo ma il Frosinone è finanziariamente solido”

13.02.2025 10:50 di  Tuttofrosinone Redazione  Twitter:    vedi letture
"Il Frosinone a Colazione", Bellinazzo: "Una doppia retrocessione sarebbe molto grave sul piano sportivo ma il Frosinone è finanziariamente solido”

Momento delicato in casa Frosinone, domenica allo Stirpe farà visita la Reggiana. Senza troppe analisi, servono i tre punti, attraverso il bel gioco oppure attraverso una brutta prestazione. Classifica e risultati di campo a parte, un tema importante da affrontare e affrontato nella consueta puntata della trasmissione radiofonica “Il Frosinone a Colazione” di Nicola Compagnone, in onda il martedì e il giovedì dalle 9:30 su Radio Day, è quello sui bilanci e dei parametri societari. L’ospite della puntata è Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole24ore, opinionista per Radio 24, Sky Sport e Rai Sport, massimo esperto in materia di calcio e finanza.

Al netto delle statistiche di campo, da cosa è ricavato il bilancio di una società di calcio, quali sono i parametri principali?

Per quanto riguarda le società italiane, la fonte principale di entrata è legata ai diritti televisivi, nazionali e internazionali che siano, venduti dai tempi della Legge Melandri, normativa che regola i diritti audiovisivi nel contesto sportivo, suddivisi in base a dei parametri collegati al bacino di utenza, alla storia sportiva del club, in parte ai risultati ottenuti nei campionati recenti e, una parte consistente, distribuita in parti eque.

Alcuni fondi arrivano direttamente dai diritti televisivi, altri da determinati parametri stabiliti dalla lega nazionale; c’è differenza nella distruzione tra Serie A e Serie B per quanto riguarda i ricavi?

La differenziazione tra A e B è notevole per gli introiti televisivi. Da oltre 10 anni Serie A e Serie B vendono i propri diritti in maniera autonoma. I 900 milioni di ricavi della Serie A rappresentano una fonte essenziale, mentre gli introiti televisivi della Serie B lo scorso anno era tra i 30 e 40 milioni. Tuttavia, la differenza di entrate di introiti televisivi è molto differente tra le due categorie

… E per quanto riguarda la Serie C?

In Serie C, chiaramente, i ricavi televisivi sono ancora più bassi. I ricavi da stadio presentano numeri inferiori , ma questo dato dipende molto dalle piazze calcistiche. La maggior parte dei ricavi provengono dalle sponsorizzazioni e dalla gestione dei rispettivi presidenti che sostengono i club sia con capitali interni che sponsor delle proprie aziende.

Alla luce di quanto detto, Marco, confermi o smentisci che una retrocessione dalla Serie A alla Serie B, rispetto a una retrocessione dalla B alla C, è meno clamorosa economicamente?

Il tema delle retrocessioni è molto delicato, la maggior parte delle analisi dipendono dai costi e dai ricavi che una società può avere. Molte società portano con sé contratti molto onerosi, spesso i calciatori non accettano il taglio del proprio stipendio. Tuttavia, dalla Serie A alla Serie B, il tutto si attutisce e quindi alleggerito dal cosiddetto paracadute che viene assegnato in base agli anni di permanenza di Serie B. Il dislivello che si viene a creare nella voce “diritti tv” spesso mette in difficoltà i bilanci delle squadre, salvo che la stessa società riesca immediatamente a rientrare nel giro della Serie A.

Stando ai dati diffusi dal portale Calcio e Finanza, nella stagione 2023/2024, solo sette squadre che militavano in Serie A presentano il segno positivo, questo cosa rappresenta in termini di salute finanziaria per il calcio italiano?

Il calcio italiano ha vissuto una fase complicata con la pandemia, dove gli squilibri che si portava dietro si sono acutizzati, con perdite di un miliardo a stagione. Oggi siamo in una situazione di miglioramento nella quale il calcio italiano ha dimostrato una resilienza inaspettata. Il sistema ha reagito in maniera positiva a una crisi che poteva peggiorare drasticamente il contesto. Tuttavia, l’ulteriore miglioramento dovrà essere irrobustita da investimenti infrastrutturali e da una serie di interventi della politica come auspicato dalla Figc e dalla Lega Serie A. Questi ultimi devono facilitare la costruzione dei centri sportivi e mettere in condizione, il sistema calcio, di ridurre gli squilibri presenti di indebitamento, in modo tale da recuperare terreno nei confronti degli altri campionati europei.

Tra queste sette squadre di Serie A che hanno avuto il bilancio in positivo, citiamo big europee come Milan, Napoli, Atalanta, c’è anche il Frosinone che in questo momento occupa le posizioni basse della classifica di Serie B. Avere un bilancio positivo di quattro milioni e quattrocentomila euro cosa significa, al netto che il Frosinone stesso investe molto nelle infrastrutture?

La proprietà Stipe, così come la loro scelta dirigenziale è stata quella di non mettere troppo peso sui costi e cercare l’equilibrio tra ricavi e costi in Serie A, si è cercato un equilibrio tra ricavi e costi che poi però ha portato a un risultato sportivo, sul campo più unico che raro, quello di mantenersi in positivo. Negativo però è stato il percorso sportivo. Al netto dei risultati, il tema è sempre quello di guardare oltre le contingenze sportive, che condizionano l’umore dei tifosi, e provare a guardare alla solidità della proprietà e alla lungimiranza negli investimenti. Questo ovviamente scinde dai momenti di difficoltà sportiva di campo. Però ecco, la solidità finanziaria può permettere una transizione tranquilla, a differenza di altre piazze dove ci sono società fallite, a seguito di retrocessioni.

In ultimo, non per importanza, una tua considerazione sul calcio sostenibile, da semrpe portato avanti dal duo Stirpe-Angelozzi. È un modello che funziona?

E’ un modello fondamentale, che punta a dare continuità e a salvaguardare il patrimonio societario e al contesto territoriale in termini di investimento. Bisogna salvaguardarlo perché ti permette di avere un determinato rapporto con la crescita di progetti come quello sulle giovanili e iniziative sempre legata al territorio. Ti permette soprattutto di avere una prospettiva futura di quello che sarà la società stessa, è importante che i tifosi lo tengano a mente. Non è semplicemente un modello rivolto a ridurre i costi, nelle strutture in cui tagli i costi sei condannato a perdere, e soprattutto a perdere soldi. Il calcio sostenibile non sperpera in spese folli. Consente di crescere e mantenere solidità societarie senza lasciare macerie, scelta fatta dalla famiglia Stirpe, che viene seguito anche da altre realtà. +

E se dovesse arrivare una seconda retrocessione, dalla B alla C, questo cosa significherebbe?

Sarebbe molto grave sul piano sportivo, due retrocessioni potrebbero determinare una crisi tecnica in qualunque realtà. Alcune piazze sono addirittura fallite, sotto il punto di vista sportivo ed economico, mentre una piazza come Frosinone difficilmente potrebbe andare incontro a questa situazione, perché il modello sostenibile sposato appieno dal presidente Stirpe e dal direttore Angelozzi è solido.