frosinone

, Frank Tsadjout a Passione Frosinone: "Sento che è arrivato il mio momento... Anche nei momenti più difficili della stagione, abbiamo sempre avuto la stessa dedizione"

Le parole, rilasciate ieri, nella trasmissione Passione Frosinone, dall'attaccante giallazzurro Frank Tsadjout, che ha trattato diversi temi
08.04.2025 09:00 di  Francesco Cenci   vedi letture
Frosinone, Frank Tsadjout a Passione Frosinone: "Sento che è arrivato il mio momento... Anche nei momenti più difficili della stagione, abbiamo sempre avuto la stessa dedizione"
TUTTOmercatoWEB.com

 L'assalto finale matto e disperatissimo ha ripagato il Frosinone contro il Cosenza, che al 97' esplode di gioia con Emanuele Pecorino dopo un secondo tempo fatto di occasioni e grande cuore, soprattutto dopo la superiorità numerica. È proprio il numero 90 a segnare, allo scadere, un gol pesantissimo che permette ai ciociari di strappare almeno un punto dopo una gara ben giocata contro il.Cosenza..

Dopo questo importantissimo pareggio, l'attaccante del Frosinone Calcio Frank Tsadjout è stato ospite della trasmissione "Passione Frosinone", andata in onda sulle frequenze radiofoniche di HitFM e Radio Day.

Queste le parole del centravanti di proprietà della Cremonese sul suo momento personale e su quello della squadra canarina.

Che cosa ha provocato in te e nella squadra il gol segnato all'ultimo minuto di recupero da Pecorino contro il Cosenza. Come lo avete vissuto quel momento?

"E' stato sicuramente un gol importantissimo. Mi ha fatto molto piacere, innanzitutto perchè con Pecorino ho un bellissimo rapporto, ed il fatto che lui sia riuscito a sbloccarsi ed andare in gol in un momento così fondamentale della stagione per la squadra, è stato veramente molto bello: sia per lui che per noi, che siamo i suoi compagni di squadra. Quindi sono veramente molto felice di questo pareggio perchè venivamo da un momento veramente molto positivo, ed era fondamentale portarlo avanti, cercando almeno di portare a casa un punto in uno scontro diretto. Credo proprio che sia questa scia positiva dell'ultimo periodo che ci ha permesso di spingere fino alla fine, di crederci e di riuscire a portare a casa un pareggio fondamentale".

Frank, abbiamo visto un Frosinone diverso rispetto alle ultime partite, sabato scorso contro il Cosenza. Nel primo tempo eravate un pò compassati, lenti e prevedibili. Secondo te è stato solo per demerito del Frosinone o anche merito del Cosenza?

"Sicuramente il Cosenza era una squadra che arrivava a questa partita senza nulla da perdere, vista la situazione di classifica. Forse questo aspetto ha concesso a loro di affrontare la partita con un pò più di leggerezza e con lo spirito giusto. Noi, effettivamente siamo stati un pò più lenti del solito. Anche se, devo dire che la squadra aveva preparato la partita durante la settimana molto bene. Quindi eravamo convinti di poter offrire una prestazione diversa. Anche il mister ci ha parlato di questo. Ed è un peccato non aver portato a casa i tre punti. Allo stesso tempo, però, penso che la reazione che abbiamo avuto, sia un punto di partenza per affrontare al meglio le prossime partite".

Al di là dell'arrivo di Paolo Bianco sulla panchina del Frosinone, che oggettivamente avrà portato all'interno della squadra un modo diverso di lavorare e comunicare, deve essere però cambiato qualcosa anche all'interno di voi giocatori. Dal punto di vista tattico, emozionale e fisico come si può raccontare, secondo te, questo bellissimo mese di marzo ed inizio aprile?

"La mia convinzione è quella che il modo di lavorare della squadra, dei vari staff che abbiamo avuto nell'arco di questa stagione e della Società in generale è sempre stato lo stesso. Sicuramente anche nei periodi più complicati che abbiamo vissuto la dedizione, l'abnegazione e la convinzione di uscire dal brutto momento c'è sempre stata. La capacita dello staff di mister Paolo Bianco è stata quella di darci una compattezza ed una solidità che ci hanno permesso di iniziare a fare dei risultati, che hanno fatto venir fuori tutto un lavoro che c'è sempre stato. Personalmente, sono sempre stato convinto di questo aspetto: sia quando facevo parte della squadra all'inizio della stagione, sia quando purtroppo, sono stato fuori per l'infortunio. Ho sempre visto nella squadra lo stesso spirito da parte di tutte le componenti di questa Società e, ovviamente anche da parte dei tifosi che ci hanno sempre sostenuti anche nei momenti più bui. Gran parte di questa sensazione di non arrendersi mai e non sentirsi mai sconfitti, ci ha permesso di trovare dei risultati utili, importanti e soprattutto, anche effettuando delle prestazioni di livello". 

Hai fatto cenno all'infortunio lungo che hai avuto. Se adesso dovessimo dare una percentuale, ti senti al 100% o ancora qualcosa da migliorare c'è?

"Si, purtroppo qualcosina da migliorare ancora c'è. L'infortunio che ho avuto (rottura del menisco esterno), mi ha portato ad effettuare un'operazione ed una sutura. Questa sutura mi richiede purtroppo un pò più di tempo di adattamento del ginocchio a tutti i carichi. Da quando ho ripreso a giocare e a fare attività, ho dovuto maggiormente gestire questa situazione del ginocchio che ogni tanto si gonfiava. Fortunatamente però, grazie allo staff medico siamo riusciti a tenere la situazione sotto controllo. Quello che più mi manca è la condizione atletica, che si guadagna maggiormente giocando più partite".

Da uomo e da calciatore, quando ci sono queste stagioni piene di infortuni e di situazioni complicate, da dove si trova la forza per andare avanti?

"Io personalmente mi aggrappo non a situazioni analoghe, ma comunque complicate che sono avvenute nel passato. Credo che, alla fine della carriera di ogni calciatore o nella vita di ogni uomo, si affrontino sempre delle sfide o dei periodi più complicati rispetto ad altri. E' importante quindi, secondo m, ricordarsi che da quei periodi se ne esce sempre. Se siamo qui è proprio per il motivo spiegato. Personalmente sono consapevole che è stata una stagione molto complicata, sia dal punto di vista personale che per larghi tratti anche collettivo. Ma allo stesso tempo so che, prima di venire a giocare qui nel Frosinone, ho già vissuto delle stagioni difficili che mi hanno messo alla prova, ma dalle quali sono sempre riuscito ad uscire da vincitore. Di conseguenza, la mia attitudine è sempre quella di continuare in ugual modo, se non ancora in maniera maggiore e cercare di tirarmi fuori".

Sei un calciatore che preferisce giocare nei venti metri, magari con una punta d'area di rigore vicino, oppure questo modulo ti può penalizzare?

"Vedendomi da fuori, per via delle mie caratteristiche fisiche, potrei sembrare più prettamente un attaccante di boa e d'area di rigore. Però, personalmente, mi sono sempre sentito un giocatore molto dinamico e che si 'sente più in partita' quando c'è maggiore libertà di spaziare e di poter anche fare andare la gamba. Di per sè però, anche parlando con i vari mister, mi hanno fatto notare che questa mia tendenza a muovermi, mi allontana un pò dall'area avversaria. Devo quindi trovare il giusto equilibrio tra le mie caratteristiche naturali e quelle che possono portarmi ad essere più pericoloso e più incisivo. In questo momento, possiamo dire che mi troverei bene a giocare sia con un attaccante vicino che come punta centrale. Si tratta solo di riconoscere meglio alcune situazioni e correre in maniera più intelligente".

Sei arrivato a Frosinone la scorsa estate. Come hai vissuto l'approccio alla città, che cosa ti stanno dando questa città e questi tifosi? Qualora ce ne fosse la possibilità, ti piacerebbe restare anche il prossimo anno?

"A Frosinone mi sono trovato molto bene fin da subito. Avevo parlato soprattutto con Luca Ravanelli, prima di venire qua e mi aveva detto che Frosinone è una città molto tranquilla, in cui il tifo e la passione si sentono molto. E devo dire che questo aspetto lo ho notato fin da subito, sia allo stadio che in città. L'impatto che ho avuto è stato sicuramente molto positivo. Questa è oltretutto una zona in cui si mangia molto bene e ci sono attorno delle bellissime località. Queste sono cose che  mi hanno fin da subito impressionato. Restare qui anche il prossimo anno? Sarebbe una cosa che  mi farebbe molto piacere, anche per cercare di avere un impatto diverso, rispetto a quello che è stato in questa stagione purtroppo. Rimanere qui sarebbe per me anche quasi come una seconda possibilità".

Adesso il calendario mette di fronte al Frosinone i Cesena, ma poi, una via l'altra, le prime tre in classifica: Sassuolo, Spezia e Pisa. Come si affrontano questo tipo di partite, magari un pò più spavaldi del solito?

"Sicuramente le affronteremo sapendo che nelle ultime partite siamo stati una delle squadre più in forma dell'intero campionato. Questa sarà una cosa che ci deve dare tanta fiducia e consapevolezza nei nostri mezzi. Il campionato di Serie B è un campionato che ho svolto per parecchi anni di fila e ne conosco tutte le insidie che può nascondere. L'anno scorso, quando ero alla Cremonese, giocando da favoriti abbiamo perso contro delle squadre che erano più sotto di noi in classifica. Quindi, come tutti noi sappiamo, ogni partita è una storia a sè. Proprio per questo motivo, sono convinto che andremo lì a giocarci queste partite con le prime della classifica, con la consapevolezza che possiamo e dobbiamo vincere".

Dopo le prime partite, avevi il timore che questo avrebbe potuto trasformarsi davvero in un campionato in salita?

"Sinceramente no. Già quando sono arrivato, mi ricordo che già si erano giocate delle partite nelle quali la squadra aveva raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Avevo fiducia, vedendo anche il livello degli allenamenti, che le cose con il passare del tempo, si sarebbero sistemate. Difficilemnte mi sarei immaginato una stagione del genere. Quando le cose iniziano a mettersi male però, può magari subentrare un pò più di paura nell'affrontare la gara e ci può essere qualche difficoltà anche nel sopperire a dei momenti negativi, perchè facilmente ci si può affossare e si tende a vedere tutto buio. Ci sono state una serie di situazioni sbagliate e sfortunate che ci hanno portato a vivere una stagione del genere"

Come vivi questo tuo personale momento di difficoltà nel fare gol?

"Sicuramente non lo si vive bene, perchè so qual è il mio ruolo, sono conscio della fiducia datami dalla Società e il motivo per il quale sono venuto qui a Frosinone. Purtroppo non sto riuscendo a mettere in atto quello che io stesso sono convinto di poter fare. Questa è una situazione nella quale purtroppo capita di ritrovarsi. Ma allo stesso tempo penso che l'unica soluzione per uscirne fuori sia il lavoro e, soprattutto il mantenere sempre l'entusiasmo. Negli anni di carriera che ho avuto alle spalle finora, ho sempre imparato ad aggrapparmi anche alle piccole cose positive che ci possono essere durante una partita, un allenamento o una stagione. Questo deve essere il carburante che mi deve motivare ogni giorno, per cercare di raggiungere un livello migliore in quanto calciatore. Questa situazione di non far gol mi pesa e tanto. Riconosco che, al momento, non sono riuscito a mostrare ciò per cui la Società ha creduto in me. Questa è una cosa che ovviamente non mi fa star bene. Ma, allo stesso tempo, penso che piuttosto che stare a piangermi addosso, io debba lavorare di più. E prima o poi le cose si sistemeranno. Sento personalmente che sono vicino ad andare in rete e che il gol sta per arrivare..."

Nella tua conferenza stampa di presentazione di quest'anno a Frosinone, dicesti che hai scelto il numero 74 perchè è l'anno di nascita di tua mamma. Che rapporto hai con la tua famiglia?

"Ho un rapporto veramente splendido e sono veramente fortunato ad avere una famiglia così. Nonostante ci siamo 'allontanati' da quando avevo 14 anni, perchè loro sono andati a vivere in Francia e io rimasi a Milano in convitto a giocare con il Milan, ho comunque sempre sentito la loro vicinanza. Io penso veramente di essere il risultato di quello che i miei genitori mi hanno dedicato: a cominciare da quando ero piccolo, fino ad arrivare ad oggi. Mamma e papà sono molto diversi tra di loro. Ma ognuno, a modo suo, mi ha aiutato. Quando si è trattato di pensare a strategie e a cosa fare per la stagione successiva o quale idea ci potesse essere per qualsiasi tipo di progetto, mio padre mi è sempre stato vicino. E' stato lui che mi accompagnò in Belgio o, più semplicemente, ad aiutarmi a fare i traslochi di casa in casa. Queste sono tutte piccole cose che però fanno tutta la differenza del mondo. Mia mamma invece, mi è sempre stata molto vicino anche sotto l'aspetto psicologico e nell'affrontare le piccole sfide quotidiane della vita. Mi ha sempre dato una grandissima mano anche dal punto di vista della dieta da seguire e dello stile di vita da adottare per un calciatore professionista. Anche sotto questo punto di vista, sono grato e felice di avere una famiglia così. E, allo stesso tempo, anche le mie due piccole sorelline che hanno rispettivamente 7 anni in meno di me la prima e 12 anni in meno la seconda, seppur in modo diverso l'una dall'altra, mi hanno sempre fatto sentire il loro calore ed il loro affetto. Mi ritengo e sono quindi tanto tanto fortunato".