Ilario Monterisi a Passione Frosinone: "Rimasto a Frosinone per dare il mio contributo e per Angelozzi. Sono affezionato a questo club"

Le parole, rilasciate ieri, nella trasmissione Passione Frosinone, dal difensore giallazzurro Ilario Monterisi, che ha trattato diversi temi
25.03.2025 13:30 di  Francesco Cenci   vedi letture
 Ilario Monterisi a Passione Frosinone: "Rimasto a Frosinone per dare il mio contributo e per Angelozzi. Sono affezionato a questo club"
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La partita contro la Sampdoria si avvicina, e mister Paolo Bianco si trova ad affrontare una situazione complessa. Ben otto giocatori della sua squadra sono impegnati con le rispettive nazionali. Intanto, ospite della trasmissione "Passione Frosinone", andata in onda ieri sera sulle frequenze radiofoniche di HitFM e Radio Day, il difensore del Frosinone Ilario Monterisi, si è espresso così sul momento dei canarini, vissuto in questa pausa del campionato.

In questi anni vissuti da Ilario Monterisi a Frosinone, al calciatore ed all'uomo, che tipo di valori, esperienza e qualità aggiuntive hanno portato?

"Sicuramente mi hanno dato un grosso bagaglio, basti vedere le annate che ho trascorso a Frosinone, che sono state completamente diverse tra di loro. Il primo anno è stato un anno bellissimo, dove era quasi sempre una festa. Non ero un protagonista assoluto di quella squadra, ma ho sempre dato il mio contributo e fu un anno fantastico. Lo scorso anno lo possiamo dividere in girone di andata e girone di ritorno, come anche la mia stagione a livello personale. Andò tutto bene all'inizio, poi ci fu qualche difficoltà. Si sapeva però che avremmo vissuto un periodo di difficoltà e che non si sarebbe potuto essere costanti come nel girone di andata. Purtroppo è arrivato quello che non doveva succedere e che non ci meritavamo. Ma sono rimasto qui a Frosinone anche in questo campionato, perchè volevo dare il mio contributo alla squadra e perchè anche il Direttore Angelozzi è rimasto. Mi sono affezionato molto a questo club, alla città e a tutti i tifosi. Anche quest'anno non abbiamo iniziato la stagione benissimo, per via di varie dinamiche. Però Ora, sembra che un minimo di spensieratezza sia stata ritrovarta. Siamo certamente un pò più tranquilli, rispetto all'annata vissuta complessivamente, fino a tre settimane fa".

Contro il Brescia, hai compiuto un intervento salva risultato, all'ultimo minuto di recupero della gara e sei andato ad esultare sotto la Curva Sud, come se avessi segnato un gol. Che cosa hai provato in quella circostanza e quanto peso ha quella vittoria?

 "Possiamo dire che le tre vittorie che abbiamo ottenuto consecutivamente non sono state proprio tranquille, abbiamo sempre sofferto fino alla fine della gara per portare a casa il risultato ma forse, per questo motivo, sono ancora più belle. Ho esulttao come se veramente avessi segnato io, perchè era troppo importante vincere: arrivava la sosta per le nazionali e finire con una vittoria ci avrebbe permesso di avere ancora più serenità nel lavoro in queste due settimane. Meritavamo di vincere. Il successo permette di ragionare sempre in maniera positiva. E anche negli aspetti positivi poi, possono scaturire piccoli episodi a nostro favore, quali ad esempio la parata di Cerofolini nella gara contro il Brescia o il salvataggio di testa di Lucioni. Tutti questi episodi, sono degli aspetti a nostro vantaggio, che permettono certamente di avere una visione più confortante, in vista di questo rush finale di 8 partite, che affronteremo alla grande. Era un momento chiave e troppo importante quello della scorsa partita. Per fortuna l'ho deciso in maniera positiva. Ma non solo io, anche Tutti i miei compagni sono stati decisivi e si sono sacrificati".

 Che plusvalore ti dà la vicinanza della tua famiglia e cosa pensano i tuoi della tua avventura a Frosinone?

"La mia famiglia è tutto per me. Qualsiasi traguardo personale che raggiungo è dedicato a loro. I miei genitori mi permettono di avere un equilibrio in tutto, sia a livello mentale che in quello personale. Loro mi hanno sempre aiutato a continuare gli studi e a non mollare mai la scuola, anche quando ebbi qualche piccoli problemi. Mi sono stati sempre vicino, quindi i miei genitori sono troppo importanti. Anche loro, come me, si sono molto legati perchè mi seguono in ogni partita in casa ed in quasi tutte le trasferte. Sono sicuramente dei tifosi aggiunti. Sto veramente bene a Frosinone e si trovano altrettanto bene i i miei familiari, quando mi vengono a trovare".

Poche settimane fa ti sei laureato. In cosa innanzitutto e cosa ti ha dato questo percorso: come è stato portarlo avanti parallelamente al campo?

"Mi sono laureato in scienze motorie, precisamente in sport e management. L'ambito è sempre quello sportivo, perchè è quello che mie è sempre piaciuto. Anche se ho praticamente iniziato ora a giocare e spero di avere ancora tanti anni di carriera davanti, volevo crearmi un piano b o una prospettiva futura. E l'unica cosa che adesso posso portare avanti in parallelo al calcio è lo studio. E' unpercorso che con calma vorrei continuare. anche prendendo la magistrale. Ancora sto capendo bene ora dove indirizzarmi".

In questa stagione, cosa ti porti dietro a livello personale, da uomini di esperienza che ci sono in squadra come Marchizza, Lucioni, Di Chiara o Biraschi?

"Sicuramente per crescere, provo a rubare qualcosa non soltanto dai miei compagni del reparto difensivo, ma da tutti i giocatori che io stimo. In questi tre anni ci sono stati tanti calciatori che ho apprezzato nel Frosinone. Quindi cerco di accaparrare e fare miei i momenti nella gestione delle partite. Questa stagione in particolare è stata un pò complicata, quindi bisogna mantenere sempre un certo equilibrio e non pensare di essere scarsi quando si perde o come ora che abbiamo fatto qualche vittoria di fila, credere che siamo troppo forti. Bisogna essere equilibrati. E i calciatori che abbimao, tramite la loro tanta esperienza, hanno questo equilibrio mentale che provo a rubare da loro".

Com’è essere uno dei leader di questa squadra?

“E’ un motivo d’orgoglio, mi piace assumermi le responsabilità. Non parlo tanto ma preferisco dare l’esempio in campo, se riesco a dare un consiglio o spendere una parole lo faccio volentieri. Spero di dare una mano ai compagni”.

Tra tanti anni, dopo aver smesso con il calcio, cosa vorresti fare?

“Non so proprio rispondere ora a questa domanda. Ho tante idee in testa, non saprei. Non so neanche se in ambito calcistico o fuori, più fuori in questo momento. Mi vedo anche in uno staff come secondo, non come allenatore. Ma mi vedo più fuori onestamente”.

Come state vivendo questi giorni di sosta con mister Bianco?

"Sicuramente siamo molto più leggeri psicologicamente. Abbiamo vissuto dei mesi, nei quali ci mettevamo pressione da soli. Noi sapevamo, in cuor nostro, di non meritare quello che facevamo in campo. Non sbagliavamo mai un allenamento, ma non riuscivamo mai a capire il perchè di determinate prestazioni negative che facevamo in campo. Sembra che ora abbiamo trovato un equilibrio. E anche i nostri giocatori stranieri, essendo maggiormente spensierati ora, riescono a fare quella giocata in più che può essere decisiva. La situazione è più tranquilla. Dobbiamo essere bravi a portarla avanti fino al termine del campionato e poi tirare le somme".

A gennaio sono arrivati diversi calciatori di esperienza: Lucioni, Kone, Bohinen, Di Chiara. Che cosa hanno portato all'interno dello spogliatoio questi ragazzi?

"Sicuramente hanno portato consapevolezza. Sono arrivati calciatori che hanno vinto campionati o giocato in massima serie. E, arrivati a gennaio, ci hanno detto che eravamo comunque una squadra forte, nonostante fossimo penultimi in classifica. E questi sono aspetti che danno tanto e fanno capire che va fatto un qualcosa, per poter cambiare la marcia. Queste cose ce le ha fatte presenti anche mister Bianco. Ci siamo amalgamati bene come gruppo, che di per sè già era bello e non si è mai sfaldato. Anzi, siamo sempre stati maggiormente unito nei momenti negati. E, per questo motivo, anche per i nuovi arrivati è stato più facile inserirsi e far la differenza sin da subito. Penso che questo sia un aspetto che si è notato più di tutti".

Alla ripresa delle ostilità, il Frosinone è atteso da un calendario, fatto di gare tutt'altro che semplici. Come vivrete nello spogliatoio queste ultime 8 gare?

"Sicuramente non dovremo pensare alle 8 partite complessive che mancano, ma solo a quella di sabato contro la Sampdoria. Sappiamo il numero di gare che mancano e, allo stesso tempo, siamo consci che se si fa risultato sabato a Genova non siamo salvi o se dovessimo perdere retrocessi. Ci sono ancora tanti punti in palio e che possiamo fare. Ragioneremo partita per partita, alimentando questa positività che si respira, sia in gruppo che con i tifosi ed in città. Dobbiamo uscire il prima possibile da questa situazione e poi divertirci nei match che mancheranno. Anche perchè le ultime partite sono sempre le più belle da giocare in campo e sono poi quelle che contano maggiormente".

Sei d’accordo nel dire che prima ci salviamo aritmeticamente e poi, casomai, si guarda ai playoff?

“Pensiamo a salvarci. Facciamo più punti possibili nelle prossime partite e poi ci divertiamo. Pensiamo a salvarci perché può essere solo una cosa negativa iniziare a pensare ai playoff, superiamo quota 40 punti e poi vediamo”.

Non hai ancora segnato quest’anno…

“Non nego che mi manca, però tra virgolette non è il mio compito. Sarei molto contento di farne un altro pesante come quelli che ho fatto con il Frosinone, sarebbe arrivato il momento”.

Qual è la tua posizione ideale?

“Mi vedo molto più come centrale e braccetto che come terzino, posizione in cui ho giocato il primo anno qui a Frosinone”.

Cosa significa avere un direttore come Angelozzi?

“E’ una persona che stimo tanto e mi ha cresciuto molto come giocatore. Lo ringrazierò per sempre, è la ragione principale per la quale sono rimasto quest’estate: per risollevarmi con lui e spero che a fine anno ci riusciremo”.