AMARCORD: Zlatko Dedic, dal Frosinone alle stelle
Un antico detto sloveno recita “Per arrivare alla luna, devi mirare alle stelle”. La storia che racconteremo oggi è quella di un ragazzo sloveno che ha mirato alle stelle e le ha raggiunte. Parleremo di uno dei più famosi giocatori che hanno vestito la casacca del Frosinone Calcio. Questa è la storia di Zlatko Dedic.
LA GIOVANE PROMESSA – Zlatko è nato a Bihac, oggi Bosnia Herzegovina, ma nel 1984 era ancora Jugoslavia da una famiglia di origine slovene. Nel l’84 il maresciallo Tito era morto da poco e già cominciavano ad alzarsi in tutto il territorio i venti di secessione. La famiglia Dedic si trasferì ben presto a Capodistria, bellissima ed elegante città a pochi chilometri da Trieste e proprio a Koper (o Capodistria) Zlatko cominciò a giocare a calcio. Il passo è quello del predestinato, troppo evidente la differenza con i ragazzi della sua età, se ne accorgono anche gli osservatori del Parma che in fretta e in furia lo portano nella città emiliana, dove Dedic disputerà tre anni con le giovanili.
PARMA E L’EUROPA - Nel 2004 Zlatko riuscirà a strappare un buon quadriennale con la compagine presieduta da Tanzi, allora tra le potenze europee, ma per farlo maturare viene prima spedito ad Empoli dove non lascia particolare traccia. Nel gennaio del 2006 va a Cremona, in serie B, per “farsi le ossa”; proprio in Lombardia Dedic riuscirà a mettersi in luce: la Cremonese non riuscirà a salvarsi, ma Zlatko a fine campionato collezionerà 5 reti in 18 presenze. Nel 2006 il tecnico dei ducali Pioli non lo vede e lo schiera quando sono chiamate a giocare le cosiddette “riserve”. Il Parma è in Europa, non è più il Parma di Thuram, Cannavaro, Buffon e compagnia, è una squadra che punta sui giovani e nessuno meglio di Dedic rappresenta la filosofia del Parma targato Pioli. In Coppa Uefa Zlatko viene schierato in quattro occasioni, realizzando una rete a Lens, gara finita 2-1. In campionato per Dedic solo spezzoni di partita, ma la continuità la trova in Coppa Italia dove in 4 gare centra il bersaglio per ben tre volte; ultima la rete all’Olimpico di Roma contro i giallorossi di Mexes, Mancini, Perrotta, Totti e De Rossi quando già le sirene del Frosinone erano dietro l’angolo.
A FROSINONE – Il Frosinone nel 2006 aveva centrato la prima storica promozione in B e sotto la guida di Iaconi stava facendo benissimo. In un campionato che definire difficile è un semplice eufemismo, Iaconi chiese un attaccante mobile, da affiancare a Margiotta o Castillo. Inizialmente il nome Zlatko Dedic avrebbe potuto significare solo un sogno, ma il duo Stirpe-Graziani è abituato ad affrontare le sfide impossibili e spesso a vincerle. A dicembre contattano Dedic, contratto in scadenza nel 2007 e trovano un accordo per un triennale. I tifosi già sono in visibilio, sognano l’anno seguente quando il Frosinone potrà contare su Dedic, sì, proprio quel Dedic che ha dimostrato le proprie qualità in Coppa Italia contro la Roma. A gennaio 2007 però il Frosinone mostra un involuzione del gioco offensivo, in poche parole, serve un attaccante. E chi meglio di Dedic? Accordo con il Parma per centomila euro per anticipare l’arrivo in Ciociaria di 5 mesi. Zlatko, accompagnato dalla bellissima compagna Melisa, sbarca in Ciociaria. Parla un italiano perfetto, Capodistria è zona di confine, anche con una leggera influenza emiliana, ragazzo umile, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre una parola buona con tutti, magazzinieri, fisioterapisti, collaboratori, tifosi. Frosinone gli spalanca le braccia, non potrebbe fare altrimenti. Prima gara casalinga contro il Modena, Zlatko parte dalla panchina ma viene annunciato a gran voce dallo speaker dello stadio come, giustamente, il grande colpo del Frosinone. L’applauso del Matusa è lunghissimo, lo sloveno visibilmente emozionato contraccambia. Dedic però capita purtroppo nel periodo peggiore dei canarini, la vittoria manca da troppo tempo. A metà febbraio la punta slovena segna la sua prima rete smarcando il portiere del Rimini e facendo esplodere il Matusa. A fine stagione alla squadra di Iaconi mancano pochi punti per salvarsi e Zlatko a Crotone si carica la squadra e nel finale sigla la rete del 3-1 (finirà 3-2) che permette al Frosinone di conquistare una storica salvezza.
CON CAVASIN E BRAGLIA – Il Frosinone 2007-2008 riparte su di lui. In panchina c’è Cavasin che però non riesce a sfruttare a pieno le qualità dello sloveno. Spesso in panchina, ma mai una polemica. Nel frattempo in nazionale gioca e segna, titolare fisso nell’undici biancoverde. A gennaio purtroppo la convivenza a Frosinone diventa difficile, i canarini non stanno andando benissimo. Valigie pronte e si va a Piacenza. Il presidente Stirpe però ha un legame particolare con lo sloveno e non vuole privarsene: prestito secco e arrivederci a luglio. Anno nuovo, mister nuovo, arriva Braglia, che vede subito lo sloveno come esterno nel suo attacco a 3, con Eder e Santoruvo a supporto. Dedic sarà titolare per quasi tutto il campionato, giusto nel finale spesso partirà dalla panchina, ma a fine anno collezionerà 32 presenze impreziosite da 7 reti.
LA GERMANIA – A luglio 2009 arriva la classica offerta alla quale non si può dire di no: il Bochum, storica compagine della Bundesliga, ha messo gli occhi su Dedic. Offerta di quasi un milione di euro, il presidente Stirpe non può non accettare l’offerta dei tedeschi. Allora di nuovo valigie pronte e si parte per una nuova avventura. Un calcio nuovo, lui che aveva speso tutta la sua carriera solo in Italia. Gli rimane impressa l’organizzazione tedesca, il calcio che torna più un passatempo, più un divertimento che un lavoro vero e proprio. La Germania gli piace, gioca tutt’ora in una nobile decaduta del calcio tedesco, la Dinamo Dresda. E proprio questa “libertà” fa bene a Zlatko che con la squadra di club segna tanto, anche se i suoi gol non sono sufficienti per evitare la retrocessione. In nazionale comunque continua ad essere un punto fermo, gioca e segna. Ed è proprio con la maglia biancoverde che Dedic realizza il sogno suo e quello di un’intera nazione.
L’IMPRESA - La Slovenia nelle qualificazioni conquista un impensabile secondo posto e deve disputare gli spareggi con la Russia. Gli sloveni sarebbero dovuti essere la vittima sacrificale all’altare dei russi e all’andata soffrono per tutta la gara; i russi, troppo leziosi, non chiudono la partita ma vincono comunque per 2-1. Al ritorno a Maribor gli sloveni sentono l’odore dell’impresa: al 44’ lancio dalle retrovie per Dedic, stop e tiro sul primo palo. E’ gol, il gol che vale i Mondiali. Zlatko viene celebrato come una divinità in patria, la Slovenia conquista l’accesso ai Mondiali di Sudafrica per la prima volta nella sua storia. Dedic diventa anche ambasciatore del turismo sloveno, è l’uomo del momento. Si, proprio quel ragazzo solare e sorridente che aveva Frosinone nel cuore. In Sudafrica Dedic gioca tutte e tre le partite del girone, gli sloveni non passano a causa di un gol al 95° degli Stati Uniti all’Algeria che consente agli “yankees” di continuare il proprio sogno e di interrompere quello della Slovenia. Ma Zlatko ormai era diventato una stella. E si, proprio lui, lui che ha mirato alle stelle, ha superato la luna e le ha raggiunte.