AMARCORD: Sandro Grande, il canadese che si è rialzato mille volte
Lo sapevate che nel Frosinone ha giocato un calciatore che con la sua nazionale ha segnato alla Spagna? E lo sapevate che con la maglia giallazzurra ha giocato un calciatore che ha giocato in Norvegia, Lituania e in Canada? E lo sapevate invece che sempre in Ciociaria ha giocato un calciatore che è arrivato in finale di una coppa Europea e che in Europa conta ben 15 presenze? Beh, e se vi dicessimo che stiamo parlando dello stesso giocatore? Si, la storia del protagonista di stasera sarebbe potuta uscire dalla penna di uno scrittore di avventure, perché la sua vita e la sua carriera sono colme di avventure. Ognuna di queste ha lasciato qualcosa, un aiuto per rialzarsi dopo ogni caduta. Perché Sandro Grande è caduto qualche volta, ma ha sempre trovato lo spunto per rialzarsi e ricominciare. Meglio di prima.
ITALOCANADESE – Nel dopoguerra l’emigrazione verso il “Nuovo Mondo”, verso le Americhe, era uno dei fenomeni più tristemente popolari dell’Italia. In tantissimi all’inizio del secolo hanno lasciato tutto e si sono diretti verso le Americhe, in tanti hanno continuato a farlo anche dopo la fine della guerra, anche quando in Italia soffiava il vento della Rinascita. E proprio da una di queste famiglie, da persone che hanno lasciato la povertà per la speranza di trovare qualcosa di migliore, nasce Sandro Grande nel 1977. La famiglia Grande negli anni ’60 si è trasferita in Canada, a Montréal, forse la città più “europea” del paese dell’acero. A Sandro piacciono gli sport americani, l’hockey, il golf (è stato anche un ottimo golfista). Ma il richiamo del calcio, dello sport “per eccellenza” del paese d’origine è forte. Comincia a giocare nelle giovanili della squadra locale di Montréal, è bravo, troppo forse per il paese in cui vive. Il calcio in America non aveva preso piede come gli organizzatori di USA ’94 speravano e allora Grande sfrutta il doppio passaporto italo-canadese e cerca fortuna in Italia. Si, proprio l’Italia da dove i suoi genitori sono partiti per cercare fortuna a loro volta.
IN ITALIA – Grande fatica inizialmente a trovare un ingaggio e deve “accontentarsi” di giocare in un piccolo paese alle porte di Campobasso, a Larino, tra i dilettanti. Grande gioca bene e si fa notare dai “cugini” dell’Isernia. Altro anno in Molise in cui si rivela tra i migliori dell’intera serie D. Su di lui ha messo gli occhi l’ambizioso Potenza, guidato da una vecchia conoscenza canarina, Stefano Sanderra. Ingaggio in quattro e quattr’otto e si parte per la Basilicata, altra terra di emigrati. Grande non riesce a dare il meglio di sé, complici anche alcuni infortuni che ne limitano la continuità. Non fa niente, Sandro cade e si rialza.
FROSINONE - Nel 2000 il Frosinone è in serie D, il presidente Rosettano Navarra vuole costruire una corazzata che ammazzi il campionato. E allora in panchina arrivano i fratelli Sanderra, che tanto bene avevano fatto a Potenza, i quali si portano anche l’italocanadese Grande. Il Frosinone è sì una corazzata, si vola con i gol di Willy dos Santos, con le chiusure di Bocchino e Fruguglietti, ma soprattutto con le geometrie di Grande. Sandro gioca 27 gare, segna una rete, gioca al centro del campo, recupera palloni, un “cagnaccio” in gergo, ma ha un piede che riesce a indirizzare la sfera dove vuole lui. Ma anche una corazzata, però, deve fare i conti con un’altra corazzata, il Martina. I pugliesi vincono il campionato con l’incredibile punteggio di 85 punti, i canarini subito dietro con 81. Martina in C2, Frosinone ripescato dopo qualche mese. Le prestazioni di Grande però fanno il giro d’Italia, in tanti tra gli addetti ai lavori conoscono questo mastino di centrocampo.
BRESCIA E L’INTERTOTO – Nel frattempo in Serie A il Brescia guidato da Carletto Mazzone aveva conquistato un ottimo settimo posto, trascinato dalle magie di Baggio, dalle geometrie di Pirlo e dai gol di Hubner. I lombardi avevano ottenuto anche un piazzamento in Intertoto, la competizione riservata alle non classificate alle coppe che metteva in palio tre accessi alla Coppa UEFA. Il Brescia aderisce ma c’è un problema, deve giocare a fine giugno. I calciatori sono in vacanza e allora l’idea: si costruisce una squadra composta da giovani e riserve, chiavi in mano allo storico vice di Mazzone Menichini. Grande viene acquistato dal Frosinone, rinuncia soddisfatto alle vacanze estive e si tuffa nella preparazione dell’Intertoto. Le cose vanno bene, il Brescia-bis conquista la finale e va a giocarsela con il PSG. Le rondinelle in finale schierano i titolari, ma non riescono ad andare oltre al doppio pari che premia i francesi in virtù dei gol in trasferta. Grande comunque resta in Lombardia, svolge la preparazione con i lombardi e a fine agosto va a Catanzaro, serie C2, stesso girone del Frosinone.
FROSINONE-BIS - In Calabria le cose non vanno benissimo, gioca ma a gennaio preferisce tornare da dove è partito, come una sorta di percorso a ritroso. Torna quindi a Frosinone, gioca solamente sette partite, è falcidiato da infortuni vari e dopo neanche sei mesi vissuti tra alti e bassi, torna a Potenza. Anche in D non riesce a dare il meglio di sé, non sfonda con i lucani e nel 2003 torna nel Lazio, stavolta ad Albano Laziale per giocare con l’Albalonga. La storia di Grande, abbiamo visto, è un susseguirsi di alti e bassi, caduto dieci volte, rialzato undici. E allora ad Albalonga torna il giocatore che l’Italia conosceva.
IN CANADA – In Canada il calcio è molto popolare, soprattutto tra gli italocanadesi e un loro connazionale nel Belpaese viene sempre seguito con molta attenzione. L’Impact de Montréal sta organizzando una squadra attrezzata per chiedere l’ammissione alla MLB statunitense e pensa a Grande per rinforzare il centrocampo. Bisogna rifare la valigia in fretta che si torna a casa, stavolta non da emigrato ma da chi la fortuna l’ha trovata in Italia. È febbraio e non c’è neanche il tempo di finire il campionato ad Albano Laziale. In Canada viene convocato anche per la Nazionale, è titolare fisso della compagine biancorossa che punta al Mondiale di Germania. Le qualificazioni non regalano ai canadesi il sogno della fase finale del Mondiale ma a Grande regalano una gioia incredibile. Era il 3 settembre 2005, amichevole di lusso contro la Spagna in Spagna, che da lì a tre anni avrebbe vinto tutto. Gli iberici stanno avanti 2-0 ma al 71’ cross dalla destra, rinvio sbilenco di Ibanez, palla a Grande che con un tiro a giro segna a Reina.
GIRAMONDO – Sandro non sa stare fermo, ama viaggiare e scoprire nuove culture. E nel 2005 si lancia in una nuova avventura: la Norvegia. Si, proprio la Norvegia, forse uno dei paesi più lontani culturalmente e socialmente all’Italia, tra i più vicini al Canada però. Lo vuole il Viking, club di Stavanger, tra i posti più belli al mondo a sud della Norvegia, che gioca in massima serie. Un anno a Stavanger, l’anno dopo al Molde, cittadina immersa nei fiordi norvegesi. Un anno anche a Molde, poi niente rinnovo. Grande non si abbatte e torna a casa, a Montréal. I locali, finalmente in MLB, hanno come presidente l’italocanadese Caputo, una istituzione nel settore caseario canadese. Il presidente vuole questo Grande che giocò nel Frosinone. Di nuovo a guidare il centrocampo del Montréal. Le cose vanno bene, molto bene, finché a metà anno Grande ha un diverbio con un compagno di squadra, spintoni, mani sul collo e rissa durante una gara. La dirigenza non la prende bene e lo licenzia in tronco. Sandro è caduto di nuovo, ma di nuovo ha la forza di rialzarsi e di rimettersi in discussione. Lo cerca una squadra sconosciuta, la Suduva, club situato nel cuore rurale della Lituania. Cittadina post-comunista, fredda, ma Grande da professionista qual è gioca. Beh, sì, forse la Lituania è troppo anche per un giramondo come lui. Neanche un anno e si torna a casa. Trova posto in alcuni club della serie B canadese, gioca in un club chiamato Les Étoiles de l’Est, fa anche il direttore sportivo. Forse quella è la sua dimensione. Da qualche anno, dopo aver appeso definitivamente le scarpette al chiodo è passato dietro la scrivania. E’ un collaboratore del procuratore Tullio Tinti, utilizza le conoscenze maturate nell’arco della sua infinita carriera per cercare di piazzare calciatori canadesi in Europa e, perché no, di piazzare calciatori europei in Canada. In fondo la vita non è un via-vai tra un mondo e l’altro? Grande è la dimostrazione, che spesso non serve andare in America per cercare fortuna, ma la fortuna la trovi dove meno te lo aspetti. E dimostra anche che ogni volta che si cade, bisogna essere sempre pronti a rialzarsi. Perché la vita, in fondo, un altro viaggio te lo riserva sempre.