AMARCORD: Dieter Elsneg, l’austriaco gentile che conquistò Frosinone
I ragazzi che giocano a calcio a livello giovanile hanno un unico sogno, quello di arrivare più in alto possibile. Dall’esterno potrebbe apparire tutto rose e fiori, ma chi l’ha vissuto può confermare che i sacrifici da fare ce ne sono. E tanti. Come ad esempio lasciare la famiglia e trasferirsi neanche maggiorenni in un’altra nazione, senza sapere la lingua, lontano mille chilometri da casa tua. Ma se il sogno che si insegue è importante, bisogna stringere i denti ed andare avanti, facendo ogni giorno ciò che si ama fare: giocare a calcio. Questa è la storia di un ragazzo che a 18 anni ha salutato mamma, papà, fratello e parenti ed è venuto a giocare a Frosinone. Questa è la storia di Dieter Elsneg.
IN AUSTRIA – Dieter, anzi, per gli amici Didi, nasce nel 1990 a Wagna, paesino a sud di Graz, a pochi passi dalla Slovenia. Da bambino viene tesserato dal Grazer AK, seconda squadra di Graz, città dove nel frattempo si era trasferito con la famiglia. Elsneg svolge tutta la trafila con le giovanili e nel 2006, a sedici anni appena compiuti, viene addirittura convocato in prima squadra ed esordisce nella massima serie austriaca. L’anno seguente il Grazer AK disputa la serie B austriaca, Elsneg dopo qualche partita conquista il posto da titolare e non lo molla più per tutto l’anno. Attaccante piccolino fisicamente, ma molto rapido; i difensori avversari a fatica lo tengono e a fine anno risulterà tra i migliori giovani dell’intera Austria. Gioca in tutte le nazionali giovanili, nell’Under 18 alla prima (e unica) gara riesce a mettere a segno addirittura una tripletta.
L’ARRIVO IN CIOCIARIA - Il nome di Elsneg comincia a circolare tra i tanti osservatori sparsi per tutta Europa, finché non viene visionato da Paolo Greatti, osservatore alle dipendenze del Frosinone. Il Grazer AK versa in cattive acque, viene avviata la bancarotta e il presidente è costretto a cedere i pezzi pregiati. Greatti approfitta del momento e convince il direttore Graziani e il presidente Stirpe a investire su due promettenti ragazzi austriaci in uscita dal Grazer AK. Lo sforzo economico è ingente, ma Greatti assicura sul futuro di questi due ragazzi. E non sbaglierà. Nel luglio 2008, dopo cinque giorni dall’inizio del ritiro di Fiuggi, arrivano in Ciociaria Dieter Elsneg, ruolo attaccante, e Robert Gucher, ruolo centrocampista, due ex-compagni di squadra, due ragazzi che hanno vissuto la stessa storia calcistica, fuori dal campo due fratelli. Non deve essere facile per due ragazzi di 17 e 18 anni essere presi e portati a mille chilometri di distanza. La lingua è già un ostacolo; i due parlano un po’ di inglese, ma la cosa più difficile era trovare nell’entourage del Frosinone qualcuno che sapesse l’inglese.
LA VITA A FROSINONE - Nell’immaginario collettivo le persone dell’Europa mitteleuropea sono persone tenaci, determinate e che difficilmente lasciano trasparire le proprie emozioni. Robert e Didi sono così, si fanno forza a vicenda e vanno avanti nell’avventura canarina. Riescono ad entrare nel cuore della gente di Frosinone, con il loro italiano stentato, ai limiti della parodia. Il presidente Stirpe si affeziona ai due ragazzi, parla spesso con loro, li aiuta anche economicamente anticipando talvolta degli stipendi che sarebbero arrivati a distanza di qualche mese. Quasi come due di famiglia, un legame che anche con il tempo non verrà meno. Non solo Stirpe vuole bene a questi due ragazzi, tutta la gente ciociara vuole loro bene, Frosinone li adotta come figli. Non era difficile neanche trovarli a cena da Sellari, a Frosinone alta, sono cresciuti tra carbonare e fettine alla bolognese, proprio alla faccia dell’integrazione...
IN CAMPO – Ma Elsneg e Gucher sono prima di tutto due giocatori del Frosinone, due promesse. In panchina con i canarini c’è Piero Braglia. Davanti Elsneg trova dei mostri sacri quali Dedic, Eder e Santoruvo, inevitabilmente gli spazi sono pochi. A dicembre riesce ad esordire contro il Sassuolo, poi nella gara prima di Natale del 2008 viene impiegato titolare contro il Vicenza. È una gara molto strana, qualche giorno prima ci aveva lasciati il cavaliere Stirpe e si gioca in un clima surreale. Poche emozioni, zero gol, ma Didi non fa male. Anzi. Troverà il campo per altre 5 volte, nel mezzo tanta Primavera e tanta panchina. Il Frosinone è un’altalena, non riesce a trovare una stabilità in classifica e a quattro giornate dalla fine deve vincere tra le mura amiche contro l’Albinoleffe per continuare il sogno Serie B.
LA PRIMA RETE - La gara si mette bene, i canarini sono in vantaggio per 1-0 e negli ultimi minuti Braglia manda il campo il folletto austriaco. Didi ringrazia e contraccambia la fiducia mettendo a segno la rete del 2-0; corsa forsennata verso la panchina per abbracciare il suo compagno-fratello Robert, in una immagine che tanti tifosi ancora ricordano. L’anno seguente il Frosinone viene dato a Moriero. Il tecnico leccese non vede proprio Didi, non lo ritiene congeniale al suo 4-2-3-1. Nella prima parte dell’anno il Frosinone vola, per Didi c’è solo tanta tribuna. Ma nonostante ciò è un pezzo pregiato del mercato. Lo visiona la Sampdoria, il direttore Marotta ma soprattutto il direttore Paratici è innamorato di questo attaccante austriaco. A Frosinone lo spazio è pressoché nullo quindi si deve ripartire. Il destino a volte gioca degli scherzi che se pianificati sarebbero difficili da realizzare. Mentre Elsneg si trasferiva alla Sampdoria, il suo amico Gucher andava al Genoa. Divisi dal calcio, ma uniti da un’amicizia che va oltre la rivalità calcistica. Adesso Bogliasco è la sua casa. Con la formazione Primavera fa bene, viene convocato più volte in prima squadra, colleziona una decina di panchine ma non riesce ad esordire. Davanti c’è la coppia Cassano-Pazzini, anche se nelle ultime partite entrambi sono stati fermati ai box. Memorabile nelle finali Primavera un Genoa-Sampdoria con Gucher da una parte e Elsneg dall’altra.
SI TORNA IN PATRIA – La Sampdoria non lo riscatta, Elsneg dovrebbe tornare a Frosinone, ma Didi preferisce tornare a casa. La fidanzata (ora moglie) Nina, l’affetto dei genitori, una scommessa calcistica da non sottovalutare lo convincono a tornare a casa. Va in prestito a Kapfenberg, serie A austriaca dove diventa titolare fisso. A gennaio viene raggiunto da Gucher, in prestito dal Frosinone, per ricomporre la coppia storica. Le cose non vanno bene e i biancorossi retrocedono in serie B. Il Kapfenberg comunque crede in Didi e lo acquista a titolo definitivo dal Frosinone. Altre due stagioni, non riesce a tornare in serie A con i biancorossi, ma viene visionato dalla neopromossa Scholz Grodig, compagine che gioca alle porte di Salisburgo. Non fa tanti gol, ma li fa fare. Una rete da ricordare arriva contro il Red Bull Salisburgo, la squadra più forte (con distacco) dell’Austria. Nel primo tempo Didi si inventa una rovesciata dal limite dell’area che lascia il portiere basito. L’esultanza è emblematica perché fa capire che neanche lui ci crede tanto. Poco importa che poi lo Scholz Grodig prende un’imbarcata di proporzioni epiche (6-1 finale), ma quel gol rimarrà nella storia del calcio austriaco. I biancoazzurri diventano la sorpresa del campionato austriaco, Elsneg è titolare inamovibile. Al termine della stagione lo Scholz Grodig riesce nell’impresa di arrivare terzo e di staccare il biglietto per la prossima Europa League. Il cartellino però è ancora del Kapfenberg, lo richiama a casa e lo cede subito al SV Ried, storica formazione austriaca, anch’essa con sede vicino Salisburgo. Didi l’anno prossimo non disputerà l’Europa League ma siamo certi che si tratti solo di un rinvio.
FROSINONE NEL CUORE – Anche se ormai da tre anni in patria, anche se l’ultima partita con il Frosinone l’ha disputata nel 2009, la Ciociaria è rimasta nel cuore di questo giovane attaccante. Al suo matrimonio ha voluto indossare la maglia canarina, ha voluto che ci fossero anche degli amici ciociari, a Frosinone gioca ancora il suo amico-fratello Robert Gucher, con il Frosinone si è congratulato dopo la vittoria con il Lecce. Il legame con la gente di un posto si misura in base a quello che uno riesce a trasmettere. Non è facile che una città ricordi con tanto affetto un calciatore che in definitiva ha disputato solo sette gare. Per Elsneg è stato così. Un affetto vero, un sentimento sincero nei confronti di Didi, arrivato in Ciociaria ragazzino, andato via uomo.