L'analisi tattica di Inter-Frosinone: Di Francesco cambia approccio, Inzaghi scolastico

13.11.2023 17:30 di  Andrea Pontone  Twitter:    vedi letture

Cinque mesi fa, l'Inter era in finale di Champions League e il Frosinone era in Serie B. Il fatto che i canarini abbiano perso soltanto con due reti di scarto sul prato di San Siro rappresenta senz'altro una buona notizia per quello che è il percorso di crescita dei neopromossi giallazzurri, attualmente dodicesimi in Serie A e nel bel mezzo di un campionato - finora - tranquillo. Gli ospiti in maglia bianca hanno approcciato alla gara con molta serenità e scioltezza, ma soprattutto con tanta voglia di esibire il proprio calcio rischiando la giocata.

L'allenatore dei ciociari Eusebio Di Francesco ha effettuato un cambio di modulo, mostrando umiltà nel passaggio al 3-4-2-1: un conto è avere i propri princìpi, un altro è avere la presunzione di andare a imporre il proprio calcio offensivo davanti ai vice-campioni d'Europa in carica senza pensare alle conseguenze difensive. Ecco, dunque, la scelta di schierare una pedina in più rispetto alla norma nel reparto arretrato, rinunciando a un uomo in attacco. A sinistra, infatti, sul fronte offensivo la spinta dei frusinati è stata poca, ma è anche vero che dall'altra parte Dumfries è stato il peggiore in campo per i nerazzurri, e quindi la strategia difensiva ciociara è andata a buon fine. Contro il classico 3-5-2 di Simone Inzaghi (ottimo allenatore al quale, trovando l'ago nel pagliaio, si può imputare l'unico difetto di un eccessivo integralismo tattico) non è stata sbagliata la scelta dei giallazzurri di insistere sulla propria catena di destra, siccome Bastoni è il meno roccioso dei tre difensori nerazzurri (rispetto ad Acerbi e al migliore in campo Darmian), con le giocate di Soulé che si sono rivelate talvolta pungenti.

Proprio una palla persa dall'argentino ha garantito a Federico Dimarco il possesso della sfera poi finita in porta dopo un tiro da centrocampo: episodio al limite tra il fortuito e il geniale, che avrebbe tagliato le gambe anche al Real Madrid (il portiere Turati, tra l'altro, non era lontanissimo dai pali). Tanta sfortuna anche nell'azione che porta al rigore del 2-0: è una scivolata a condannare il Frosinone. L'interista Calhanoglu, noto in tutta Europa per essere tra i migliori a incrociare dagli undici metri, stavolta dal dischetto apre con tranquillità e spiazza Turati (che aveva studiato bene il turco).

Sul doppio svantaggio, Di Francesco diventa molto offensivo: Caso esterno a tutta fascia, Ibrahimovic mediano insieme a Brescianini, in attacco Kaio Jorge punta con Cheddira e Soulé alle sue spalle. Ma non c'è niente da fare: l'Inter ha una fase difensiva che da anni lavora molto bene e che pochi mesi fa non è riuscita a far segnare neppure Haaland, De Bruyne, Foden e Bernardo Silva. Il Frosinone esce dal Meazza davvero senza alcun rimpianto.