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13.03.2021 18:30 di  Luca Frasacco   vedi letture
Frosinone, risultati imbarazzanti: impossibile rinascere?
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Se mai un allenatore dovesse scegliere delle attenuanti per giustificare un pessimo rendimento della squadra, un’epidemia dilagata all’interno del gruppo potrebbe essere la soluzione perfetta. Ma chi per motivi economici nel calcio del Covid, chi per motivi simbolici nelle responsabilità del pessimo periodo condiviso tra staff tecnico e giocatori, sperava ancora in una rinascita del Frosinone oggi non può che rimanere deluso e perplesso sul proprio credo. 

Impossibile rinascere quando i presupposti sul terreno di gioco, e dunque sul piano del gioco, non hanno mai fatto sperare nel colpo di coda; impossibile rinascere quando le strategie di riserva o i progetti iniziali di un allenatore non trovano attuazione; quando un gruppo si dimostra incapace di rinnovarsi ormai palesemente privo di motivazioni e di idee nuove. Nel frattempo però, chi prosegue a guardare il Frosinone dall’esterno si continua a chiedere perché ci si debba privare di una rinascita, dopo aver percorso il coraggioso tentativo della pazienza e della fiducia nell’allenatore.  

È così che in situazioni simili, procrastinare l’esonero, come scelto dalla società (e per di più nel caso di specie con un addio da contratto già previsto a fine stagione), si è sempre rilevato un metodo infruttuoso (basta guardare in quest’annata, seppur con le dovute proporzioni quanto accaduto in Serie A con Di Francesco al Cagliari, poi sostituito da Semplici, o dal Torino di Giampaolo, rilevato da Nicola), lo stesso sarà per i canarini, che lentamente si stanno permettendo di demolire quanto di buono costruito in tanti anni, allontanandosi in modo allegorico da un ciclo potenzialmente fruttuoso o più nel concreto, nel campionato attuale, dalla zona play-off.
L’imbarazzo di queste ore, o di questi mesi ogniqualvolta i ciociari terminano di giocare, per chi ha ancora a cuore il destino della squadra, è palpabile: la certezza è che tra Nesta e il Frosinone si sia tirata fin troppo la fune, la fine del rapporto, qualunque soluzione si trovi, sarebbe un sollievo ad uno strazio che dura da mesi, attenuato soltanto da uno sbiadito calcio pandemico che ha perso interessi, tifosi, passione, e se la fiducia da parte della dirigenza è in questo Frosinone - sotto gli occhi dei pochi (così pare), che continuano a osservarlo da quasi un anno -  viene da pensare che la più grande perdita non sia nel mancato incasso del botteghino o degli sponsor o della zona play-off, bensì in quel fattore che più di tutti dovrebbe tornare a far muovere il calcio: la voglia di competere.